L’inverno batte gli ultimi colpi e la natura si accinge ad abbracciare la stagione più energivora che il Pianeta sa offrirci.
La primavera, infatti, è alle porte e in questa stagione gli ambienti naturali al risveglio dal torpore invernale si lasciano accompagnare dalla colonna sonora più accattivante, ovvero il canto degli uccelli.
Oggi vi condurrò alla riscoperta di un vecchio libro Canto d’uccelli e musiche d’insetti scritto dal naturalista francese Marcel Roland.
Un volume sorprendente e affascinante trovato impolverato sul banco di un mercatino d’antiquariato qualche mese fa, ma che si innesta perfettamente nella filosofia di Scrinayò.
Il nostro percorso si basa sulla scrittura, natura e yoga (l’acronimo appunto è scrinayò) e prevede un immersione totale nelle aree naturali e nei boschi e se Enrica, adottando i principi dello Yoga vi aiuterà rilassarvi, saranno gli uccelli e gli insetti con le loro vocalizzazioni ad accrescere quel balsamico effetto di rilassamento.
Il libro del quale vi parlo oggi fu pubblicato in Italia nel 1951 (trad. Remo Costanti) e il titolo originale era Chant d’oiseaux et musiques d’insectes.
Un’opera splendida che vi narra con uno stile unico la vita, le caratteristiche del canto molte specie di uccelli sia come metrica, come musicalità, arricchendo il racconto di molte note etologiche.
La diversa visione offerta da Roland è molto affine a quella che useremo anche durante le escursioni di Scrinayò, ovvero miscelando note di etologia ad altre di musica e sonorità delle melodie prodotte dalla siringe degli uccelli.
Un percorso che corre in parallelo con la musica e i grandi compositori del passato, con molti vocalizzi che sono paragonati a musiche e sinfonie dal punto di vista strutturale ma senza dimenticare l’importanza dei rituali di corteggiamento, i canti di difesa territoriale e le dispute d’amore peculiari di bosco e campagne in primavera.
L’autore descrive molte specie, ma per farvi comprendere la lirica, quasi poetica, dei testi vi riporto qualche stralcio.
Parlando del merlo lo descrive così: - Col suo abito da cerimoniere, il becco dorato, l’occhio fisso che pare non veda e vede benissimo; con la sua coda alzata, la voce amplificata e ripercossa dall’eco dei macchinosi dei quali fa la sua rocca; coi suoi gridi vari, ciascuno dei quali corrisponde ad un sentimento in atto. …- .
Ancora sul canto del merlo: - Il canto del merlo è un fischio puro, persuasivo, e in pari tempo malinconico. Il merlo ripete una stessa frase, e si direbbe che voglia penetrarne tutto ciò che lo circonda, come una massima a lungo ruminata nel silenzio dell’eremo. -
Del Fringuello, che definisce “l’artista”, lo scrittore naturalista francese, ne apprezza il canto e le doti di indomito svernante.
Ecco cosa narra del fringuello: - Fin da gennaio, quando la terra ancora sonnecchia sotto una crosta gelata, i fringuelli che non sono fuggiti in altre latitudini ritrovano la loro voce nelle ore tiepide e si rimettono a esercitarsi per renderle l’elasticità. L’esercizio comincia con un delizioso cinguettio il quale fa dire ai contadini che i fringuelli “mormorano”; ma poco a poco quel cinguettio cresce, si fa ordinato, e quando aprile riconduce in branchi numerosi il grosso della specie, quando si formano le coppie, quando comincia il lavoro dei nidi, i maschi sono pronti a fare la loro parte nell’orchestra. -
Del Pettirosso, vi riporto un piccolo stralcio, ricordandovi che per ogni specie ci sono diverse pagine di narrazioni e approfondimenti etologici e canori.
Dopo averne descritto l’aspetto aggressivo, spiccatamente territoriale e poco sociale Marcel Roland vi svela qualche segreto sulla sua tenera vita di coppia: - Il carattere insocievole - scrive Roland - del pettirosso si addolcisce nella stagione degli amori. Il maschio continua a non tollerare nessun concorrente nelle vicinanze; ma è, per la sua consorte, il marito più affezionato… -
Un altro capitolo tratta dell’usignolo o usignuolo o rossignolo (nella foto sopra) come lo si usava chiamare 70 anni, fa quando fu tradotto il libro.
Roland lo definisce il musicista perfetto e del resto la mia esperienza personale in oltre 30 anni di guida per escursioni naturalistiche lo evidenzia come una specie, usando le parole di Roland, capace di: - Da musicista perfetto, l’Usignuolo, comincia con lo sciogliersi un posto dove l’acustica sia favorevole il più possibile. -
Il percorso parallelo con la musica viene riproposto sovente nel libro, in questo scenario dell’usignolo, Roland lo descrive così: -C’è chi si è divertito a riprodurre il canto dell’usignolo mediante onomatopee. Bechstein ha riempito con questo gioco pagine intere di un libro. Mi limiterò a titolo di saggio, a riprodurne qualche riga:
Tiuu-tiuuu-tiuu-tiuu,
Shpetiu, tokua,
Tio-tio-tio-tio,
Kuutio, kuutio, kuutio, kuutio,
[…]
Beethoven pare abbia anche lui voluto riprodurre il canto dell’usignolo, nella Sinfonia Pastorale, ma la notazione musicale si presta meglio al giuoco. -
Anche per il cardellino (foto sopra), Roland spende parole di grande ammirazione: - Il cardellino è un cantore d’alta classe, quando vuole. Ed è peccato che i colori vivaci del pagliaccio facciano dimenticare in l’artista.
Penso a Grock, meraviglioso musicista, che avrebbe avuto i numeri per consacrarsi interamente alla musica, invece di camuffarla sotto i lazzi. Il cardellino è il rock degli uccelli.
Il suo canto leggero, aereo è una cascata di perle gettate su un cristallo. -
Nel complesso un libro davvero sorprendente perché pur scritto oltre 70 anni fa, è preciso, ricco di notizie e spunti sull’etologia delle varie specie animali (intrigante anche la sezione di grilli, cicale…).
Scrinayò durante le nostre uscite vi proporrà e vi racconterà molti aspetti segreti delle vocalizzazioni della natura (uccelli, anfibi, insetti), ma soprattutto vi porteremo ad ascoltare l’armonico crescendo del potere balsamico del bagno di foresta.
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Quante cosine edificanti🙂